Viviamo in un mondo sempre più connesso, dove le idee viaggiano da una parte all’altra dell’emisfero in meno di un secondo. Neanche un secolo fa era molto più complesso far sentire la propria voce. Per esempio, nell’ultima lezione della Tenderly Academy abbiamo raccontato la storia di Sophie Scholl, coraggiosa ragazzina che ha dato la vita nella sua battaglia di resistenza al nazismo.

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I suoi strumenti erano semplici volantini.Oggi ci sono altre battaglie da combattere e le nuove generazioni sono pronte ad affrontarle, sempre più informate e decise a far sentire la propria voce.“Siete rimasti senza scuse e noi siamo rimasti senza più tempo.”

Dalla COP24 al vertice per il clima dell’ONU, i leader di tutto il mondo devono confrontarsi con la verve e le doti oratorie di una ragazza che ha appena compiuto 18 anni. Greta Thunberg, in Italia come nel resto del mondo è diventata il volto della lotta contro il riscaldamento globale, prima preoccupazione della generazione Z. Resa famosa per il suo sciopero scolastico a favore della riduzione delle emissioni di anidride carbonica in Svezia, Greta è stata ripresa da tutte le più grande testate del mondo prima di animare le assemblee internazionali.Il suo ultimo colpo?«Non c’è un pianeta B, non c’è un pianeta bla bla bla» così ha puntato il dito sulle parole vuote dei leader politici internazionali allo Youth4Climate organizzato a Milano poco prima della COP 26.

#BlackLivesMatter

Il 25 maggio 2020, l’America intravede i fantasmi del suo passato e della segregazione razziale quando Georges Floyd, un cittadino afroamericano, viene ucciso a seguito di un arresto dalla polizia di Minneapolis. Lo stupore causato dall’evento segnerà il ritorno del movimento #BlackLivesMatters che coordinerà le proteste e, sfruttando la propria rete di alleanze e collaborazioni, porterà la storia di Georges Floyd ben oltre i confini degli Stati-Uniti.

Il movimento nasce nel 2013 quando Alicia Garza, afroamericana di 33 anni, scrive un post Facebook riferendosi all’omicidio del giovane Trayvon Martin avvenuto qualche mese prima: «Black people. I love you. I love us. Our lives matter, Black Lives Matter.»Sostenuta dall’artista Patrisse Cullors e della scrittrice Opal Temati, il post Facebook si trasformerà in organizzazione non-profit e le “donne di #BlackLivesMatter” vinceranno molti premi tra cui il Premio della Pace della Sidney Peace Foundation per aver creato un potente movimento per l'uguaglianza razziale, riaccendendo coraggiosamente il dialogo globale sul tema della violenza di stato e del razzismo.

“We should all be feminists”

Nel 2014, scoprivamo la voce di Chimamanda Ngozi Adichie in featuring con Beyoncé nel suo brano “Flawless” e due anni dopo lo slogan “We should all be feminists” adornava le t-shirt di una sfilata Dior: un libro e le parole del suo autore invadevano la cultura pop!In "Dovremmo essere tutti femministi" l'autrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie offre una definizione originale del femminismo per il XXI secolo e si descrive come una persona che crede nell'uguaglianza sociale, politica ed economica di genere. Le sue idee, tirate dalle sue esperienze, sono descritte in poche parole ma il manifesto di appena 20 pagine riesce a racchiudere le principali questioni relative alle disuguaglianze del nostro tempo: costruzione del genere, discriminazione, stereotipi.Il libro invita donne come uomini a sognare e progettare un mondo diverso, un mondo più giusto. Un invito che ha riscontrato un successo e un’aura cosi importante da essere distribuito ad ogni studente di 16 anni in Svezia, paese di una certa Greta...