Il clima ha un forte impatto sulla quotidianità di bambini e ragazzi. I cambiamenti climatici vengono spesso descritti come la più grande minaccia del futuro. È proprio qui che si commette il primo errore: la crisi non riguarda il domani, perché è già un’emergenza globale. Questa situazione si mostra profondamente connessa alle disuguaglianze ed è sempre più impattante per i bambini, che ne sopportano il peso maggiore perché si trovano in una fase unica dello sviluppo fisico ed emotivo.Vediamo nel dettaglio il contesto mondiale attraverso i dati raccolti da Save The Children con un questionario sulla percezione della crisi climatica da parte dei più giovani che ha coinvolto 42.000 bambini e ragazzi in 15 paesi, tra cui l’Italia.
Il clima, con tutti i suoi cambiamenti (causati dall’incapacità dell’uomo di rispettare il pianeta), sta erodendo i diritti dei bambini e minacciando il loro futuro. I giovani soffrono in media più degli adulti perché i loro corpi sono maggiormente vulnerabili alle temperature estreme o alle inondazioni, trovandosi in una fase critica della loro vita biologica. Inoltre, devono convivere più a lungo con l’emergenza climatica e dovranno confrontarsi con un numero maggiore di disastri nel corso della loro esistenza. Ad esempio, un bimbo nato nel 2020 rischia di sperimentare, nel corso della sua vita, un numero di ondate di calore quasi sette volte superiore a quello di un bambino nato nel 1960. Bambini e ragazzi provenienti da Africa e Medio Oriente hanno notato una connessione tra crisi climatica e aumento della fame, soprattutto per il peggioramento delle rese agricole e l’aumento del prezzo dei generi alimentari.
Dal questionario emergono i sentimenti più diffusi: la rabbia per la mancanza di risposte concrete e la paura per il proprio futuro.La connessione esistente tra crisi climatica e povertà è chiara ai giovani di tutto il mondo: sono le famiglie a basso reddito, le bambine, i disabili, gli sfollati e in generale i soggetti più vulnerabili ad essere maggiormente esposti a rischi. Come ha sintetizzato bene un quattordicenne inglese, povertà, disuguaglianze e crisi climatica “sono aggrovigliate insieme come una ciotola di spaghetti”.
Anche il 63% dei ragazzi italiani crede che l’emergenza climatica sia decisamente più impattante per le persone che si trovano in una condizione di povertà. Due giovani su tre hanno dichiarato che nelle loro famiglie c’è stato un regresso delle condizioni di accesso ai beni essenziali, come vestiti o carburante; il 53% ha denunciato di avere più difficoltà a ottenere l’acqua pulita. Il peggioramento del clima ha importanti conseguenze negative anche sulla psiche: sintomi come ansia, depressione e stress sono in progressivo aumento.
È chiaro a tutti - bambini inclusi - che non possiamo più subire il cambiamento climatico, né avere un atteggiamento passivo a riguardo. Save The Children, con i risultati di questo questionario, si rivolge ai leader mondiali chiedendo loro di accogliere la richiesta dei più giovani, ossia di impegnarsi per contrastare la crisi climatica rispettando gli impegni internazionali a cui hanno aderito ed intervenendo per ridurre l’impatto climatico odierno, i cui effetti ricadranno sui più giovani. Tutti noi siamo chiamati a rispettare l’ambiente, perché anche i nostri comportamenti quotidiani, reiterati nel tempo, hanno la loro importanza e possono gravare su una situazione già ampiamente compromessa. Per cercare di salvaguardare il pianeta, sono necessari atteggiamenti consapevoli, come:
Impegniamoci veramente, perché i bambini potranno essere la speranza del futuro, solo se garantiremo loro un presente migliore di quello attuale.
Fonti:
https://www.savethechildren.it/blog-notizie/crisi-climatica-e-disuguaglianze-il-punto-di-vista-dei-giovani
https://resourcecentre.savethechildren.net/document/generation-hope-2-4-billion-reasons-to-end-the-global-climate-and-inequality-crisis/