Le farfalle nello stomaco hanno scombussolato tutti noi, almeno una volta nella vita. Quando viviamo un’emozione forte, il cuore batte veloce, la gola diventa più secca, avvertiamo una strana sensazione allo stomaco e i nostri occhi si riempiono di sorpresa. Tutto questo lo proviamo in momenti particolarmente significativi, magari di fronte alla persona che ci piace, mentre ci prepariamo ad affrontare un colloquio che potrebbe farci svoltare o durante un incontro importante. Le farfalle nello stomaco sono un’immagine molto poetica, che riconduciamo all’emotività, ma in realtà sono strettamente connesse alla scienza.

È questione di…chimica!

Tutte queste sensazioni, infatti, scaturiscono da una reazione chimica dell’organismo. Per comprenderle, facciamo un salto nel passato, quando, nel 1951, Rita Levi Montalcini scopre l’NGF, il fattore di crescita nervoso, per cui trentacinque anni dopo riceve il premio Nobel per la Medicina. All'inizio, l’importanza di tale molecola era legata unicamente allo sviluppo, alla protezione e alla rigenerazione delle fibre nervose. Oggi, invece, possiamo affermare che si tratta di una meravigliosa proteina tuttofare.Infatti, entra in gioco anche nel controllare fenomeni finora sfuggiti a ogni formula biochimica, come l’innamoramento, il momento in cui le farfalle nello stomaco si fanno sentire di più. L’NGF diventa così la prima molecola degli innamorati, uno studio condotto dall’Università degli Studi di Pavia ci spiega il perché.

Farfalle nello stomaco e innamoramento: i benefici

La molecola sembra essere il barometro dell’amore. Alla ricerca universitaria hanno preso parte 58 neo-innamorati tra i 18 e i 31 anni, altrettante persone impegnate in rapporti di lunga durata e un gruppo di single. Dal confronto è emerso che il livello di NGF nel sangue dei primi era decisamente maggiore che negli altri due gruppi. Inoltre, cresceva quando il sentimento era più forte (l'intensità della passione è stata misurata con una specifica scala). Le farfalle nello stomaco, quell’euforia tipica dell’innamoramento, sono da ricondurre a questa proteina. Quella che Rita levi Montalcini definiva “molecola vitale” ha effetti positivi sul nostro organismo, infatti protegge le cellule nervose dal deterioramento. Si è addirittura ipotizzato che innamorarsi in tarda età possa ridurre il rischio di sviluppare la demenza senile. Questo rappresenterebbe una svolta importante, non solo per l’individuo, ma per l’intera umanità. Fonti:R. Levi Montalcini, NGF. La molecola della vita, Treccani, 2019. https://www.unobravo.com/post/farfalle-nello-stomaco

https://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/biotech/2012/12/30/sua-meravigliosa-scoperta_8012544.html