Gentilézza: la qualità propria di chi è gentile nei vari significati dell’aggettivo (gentile di modi, d’animo) e, più comunemente, usato per indicare colui che tratta con cortesia gli altri. Questa nobile arte parla una lingua semplice, composta da gesti ma anche di parole e frasi che, se usate tutti i giorni, possono restituire grandissime soddisfazioni. In quest’articolo scopriremo origini, curiosità e aneddoti sulle 5 parole più gentili del nostro vocabolario.
“Salutare” deriva dal latino e letteralmente significa “augurare salute” ed è il motivo per cui, quando ci congediamo da un amico, lo facciamo con formule come “stammi bene”. “Buongiorno” è il primo saluto della giornata e, purtroppo per lui, è anche quello che diamo più per scontato. Quante volte capita di troncarlo in uno strozzato “‘giorno”? Peccato, perché in questo saluto c’è tanta gioia, quella di augurare al nostro interlocutore una giornata ricca di buone cose.
Una parola comune che le nostre labbra pronunciano distrattamente decine di volte al giorno. Forse, per usarlo con maggior consapevolezza, può aiutare conoscerne l’etimologia. Grazie è il plurale del latino gratia che ha numerosissimi significati tra cui favore, benevolenza, gratitudine, amicizia, leggiadria, armonia.Dirlo non costa nulla, eppure arricchisce così tanto chi lo riceve.
Ammettere uno sbaglio fa paura. Non tutti hanno l’umiltà di fare un passo indietro e riconoscere pubblicamente di aver sbagliato. La parola “scusa” è usata sempre più raramente eppure è una delle parole più efficaci per migliorare le relazioni umane. Quando la si pronuncia si stimola la parte di cervello dove risiede l’empatia. Una curiosità: in Giapponese Scusa e Grazie sono la stessa parola.
Curiosa è anche l’etimologia di questa parola. Dallo spagnolo bravo, a sua volta dal latino pravus, che significa malvagio, selvaggio. Ma come? Quando ci complimentiamo con qualcuno dicendogli “Sei stato proprio bravo” stiamo in realtà dicendogli l’esatto opposto? Tranquilli, ci ha pensato il tempo a far emergere il significato che attribuiamo oggi a questo aggettivo. Una parola preziosa che nel tempo ha saputo riscattarsi e che quindi è giusto usare con chi è stato particolarmente in gamba.
Ti voglio bene provoca emozioni positive in chi lo pronuncia ed in chi lo riceve. Il vocabolario ci dice che significa essere affezionati a qualcuno, avere affetto, amore per lui, augurare il suo bene. È una formula che crescendo utilizziamo sempre meno spesso, in parte perché sostituita dal “ti amo” e in parte perché ci vergogniamo a dichiarare i nostri sentimenti. Provate a dirlo in modo inaspettato a genitori, figli o amici e vedrete un bel sorriso sul loro volto.